Direttiva europea, ecobonus, manutenzione, obblighi di legge, controlli, consigli di risparmio: una scheda informativa completa sulla gestione della caldaia
Roma, 6 novembre 2019 - La stagione del riscaldamento – escluse le località di montagna che non hanno limiti - è iniziata ufficialmente il 15 ottobre, quando è stato possibile accendere gli impianti in oltre la metà degli 8mila comuni italiani, quelli della cosiddetta zona E di cui fanno parte grandi città come Milano, Torino e Bologna. Dal 1° novembre l’accensione delle caldaie è scattata nella cosiddetta zona climatica D, che comprende capoluoghi di regione come Roma, Genova e Firenze. E dal 15 novembre partirà in tutta Italia, escluse le zone più calde come la Sicilia dove bisognerà attendere dicembre.
Ma quali norme bisogna rispettare per avere un impianto autonomo o condominiale in regola ed efficiente, quali sanzioni sono previste per chi non effettua i controlli previsti per legge, come si suddividono le responsabilità tra proprietari e inquilini e soprattutto come risparmiare sulla bolletta del riscaldamento utilizzando anche i bonus fiscali per installare impianti più efficienti? L’abc delle caldaie. Il risparmio energetico e la sicurezza degli impianti di riscaldamento passano dallo stato di salute della caldaia.
La direttiva europea
Da ormai quattro anni, come ricordano ad Assotermica, è in vigore la nuova direttiva europea che ha previsto l’introduzione obbligatoria dell’etichetta energetica anche per le caldaie. L’etichetta ricalca quelle già utilizzate per tanti elettrodomestici con le lettere dalla A++ e A+ in giù. Ovviamente più la caldaia è nelle prime classi, maggiore è la sua efficienza energetica. La nuova normativa ha imposto anche l’obbligo di immettere sul mercato solo caldaie a gas di nuova generazione (a condensazione) che assicurano risparmi di circa il 20-25%. Quelle autonome per un appartamento costano in media tra 2000 e 2500 ma consentono un risparmio medio annuo a famiglia di circa 200 euro.
Bonus caldaia 2019
Il bonus fiscale. Tra i vantaggi inclusi nell’Ecobonus 2019 che verranno prorogati anche per il prossimo anno c’è anche il bonus caldaia che permette di sfruttare una detrazione pari ad un massimo del 65% (85% con il sismabonus) per l’installazione di una caldaia a condensazione ad alta efficienza. In particolare si può usufruire dello sconto del 65% (da spalmare in dieci anni di dichiarazioni dei redditi o richiedere subito in fattura all’installatore inviando poi una comunicazione in tal senso all’Agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio dell’anno successivo) in tutti i casi in cui viene installata una caldaia a condensazione di classe energetica A con la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti. Lo sconto si riduce invece al 50% quando viene installata la sola caldaia a condensazione sempre di classe energetica A.
Manutenzione
Le responsabilità per la manutenzione. In caso di locazione, le spese di manutenzione della caldaia, pulizia e controllo fumi sono a carico dell’inquilino, in quanto rappresentano spese di manutenzione ordinaria dell’impianto termico. Sono a carico dell’inquilino anche le spese di accensione stagionale della caldaia e di messa a riposo al termine della stagione invernale. Nel caso di sostituzione della caldaia, o di riparazioni importanti, le spese sono invece a carico del proprietario o locatore dell’immobile, a meno che la rottura della caldaia non sia dovuta a negligenza o mancata manutenzione da parte dell’affittuario. Anche le spese di eventuali adeguamenti necessari per legge sono a carico del proprietario. Resta sempre valida la norma (sentenza della Cassazione 32298/2006) secondo cui il proprietario dell’immobile è tenuto a consegnare l’appartamento in buono stato manutentivo, con tutti gli impianti (inclusa la caldaia) a norma e funzionanti.
Obblighi di legge
L’attuale normativa che regolamenta la revisione delle caldaie è il DPR 74/2013, entrato in vigore dal 12 luglio 2013. Il decreto aveva confermato l’obbligo di controllo e manutenzione delle caldaie e degli impianti termici ma in parte modificato le regole per la periodicità degli interventi: la manutenzione ordinaria e il controllo dell’efficienza energetica (meglio noto come verifica dei fumi). Per quanto riguarda i controlli per la manutenzione delle caldaie (a scopo di sicurezza), non esiste per legge l’obbligo annuale, ma per stabilire ogni quando vanno eseguiti bisogna controllare le indicazioni fornite dall’installatore della caldaia o, in assenza, controllare cosa è indicato sul libretto di uso e manutenzione fornito dalla casa costruttrice della caldaia. Per quanto riguarda invece la revisione dei fumi di combustione, cioè i controlli dell’efficienza energetica della caldaia, questi sono obbligatori per legge e vanno eseguiti, in base alla potenza dell’impianto, ogni uno o due anni (per le caldaie da appartamento con potenza inferiore a 35kw).
Controlli e multe
Se non si esegue il controllo dell’efficienza energetica nei termini stabiliti dalla legge, in caso di ispezione si può rischiare una multa che va da 500 fino a 3.000 euro. L’onere di essere in regola è a carico del singolo cittadino (impianto autonomo) o dell’amministratore del condominio (impianto centralizzato). Il controllo della caldaia deve essere eseguito da tecnici abilitati. E’ importante quindi controllare periodicamente il proprio libretto della caldaia per verificare di essere in regola con tutti i controlli di manutenzione e di verifica dell’efficienza energetica della caldaia (cioè il controllo fumi), o in alternativa contattare la ditta che ha installato la caldaia per verificare la regolarità dell’impianto. La Regione dispone infatti di un apposito catasto di tutti gli impianti termici, in cui può verificare quelli non a norma e procedere con delle ispezioni. Da due anni inoltre una direttiva europea impone la presenza nei condomini con impianto centralizzato dei contabilizzatori di calore (contabilizzatori e termovalvole) utili per controllare e regolare la temperatura (e quindi evitare gli sprechi con un risparmio nei consumi) ma anche per suddividere meglio la spesa tra un appartamento e l'altro. Il mancato adeguamento a questa normativa comporta sanzioni da 500 a 2500 euro per appartamento.
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